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Scheda volume

Ioannes : Chrysostomus <santo>

ISBD Diui Ioannis Chrysostomi episcopi Constantinopolitani In sanctum Iesu Christi Euangelium secundum Matthaeum commentarij luculentissimi, omnibus verbi diuini studiosis necessarij …. – Parisiis : Sub signo hominis siluestris, via ad diuum Iacobum, 1545 (Excudebat Benedictus Preuost typographus, in vico Frementello iuxta clausum Brunellum commorans, 1545). – [8], 415, [1] c. ; 8°. – Segn.: a8 A-3F8. – Iniziali xil..

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n. 1 Guido_Reni_043 matteoLa più antica traduzione delle omelie di Giovanni Crisostomo sul Vangelo di Matteo è opera del pelagiano Aniano di Celeda (sec. V) che ne tradusse 25 in latino, mentre la prima traduzione completa fu di Burgundio di Pisa (sec. XII). In questo volume dall’ottava omelia in poi c’è la traduzione dell’umanista Giorgio Trapezunzio realizzata tra il 1448 e il 1450, in parte autografa nel Vat. lat. 388 e che fu stampata fino agli inizi del ‘700. Sono in totale 80 omelie probabilmente pronunciate dal Crisostomo ad Antiochia. Non è possibile datarle, ma dovrebbero essere anteriori alla sua consacrazione a vescovo. Attraverso le omelie sono svolti vari argomenti sia mediante l’esegesi che il panegirico, sia con un taglio morale che controversistico; talvolta alcune di esse si riallacciano alle precedenti. Nelle omelie esegetiche si dedica una parte alla spiegazione del testo evangelico e un’altra parte all’esortazione morale con l’invito a rivolgersi sempre alle Scritture. Crisostomo attraverso i suoi discorsi cerca di sottolineare la sostanziale armonia tra i diversi testi evangelici. Le tematiche trattate tengono sempre conto dei molteplici aspetti del comportamento umano e dalla vita quotidiana dei fedeli. Anche i toni usati vanno dalla fermezza all’affetto per il suo popolo, dimostrando anche una finezza psicologica e pedagogica. In merito alla polemica antieretica ci sono diversi spunti antimanichei e contro coloro che negavano l’incarnazione di Cristo, da cui ne consegue un’esaltazione della Croce.

 

n. 2 Johannes_Chrysostomos_ManuskriptGiovanni Crisostomo (345 – 407). Definito per la sua eloquenza Crisostomo (in greco antico letteralmente «Boccad’oro»), forse come filosofo e teologo non fu particolarmente originale, ma seppe trasferire efficacemente nell’omiletica i temi della tradizione patristica greca e soprattutto della scuola antiochena. Innamorato della morale, fu desideroso di riformare la vita cristiana, secondo l’ideale delle comunità cristiane primitive.

Nato ad Antiochia da una famiglia cristiana benestante, studiò con il famoso retore Libanio. A 18 anni fu battezzato e incominciò a seguire dei corsi di esegesi presso Diodoro di Tarso. Terminati gli studi, Giovanni ricevette gli ordini minori e si ritirò in un eremitaggio dedicandosi allo studio della teologia. Fu ordinato sacerdote e, diventato predicatore, la sua fama crebbe rapidamente. Consacrato Patriarca nel 398 diresse con grande vigore la Chiesa affidatagli, scagliandosi contro la corruzione e la licenziosità dei potenti. Nel 402 i nemici di Giovanni si rivolsero al patriarca d’Egitto, Teofilo di Alessandria, la cui Chiesa si trovava in contrasto con quella di Costantinopoli. Teofilo gli mosse varie accuse e riuscì a farlo deporre ed esiliare dall’imperatore. Dal 404 venne definitivamente allontanato da Costantinopoli. Per tre anni rimase confinato a Cucusa, tra le montagne dell’Armenia, ma svolse ugualmente un’intensa attività. Morì nel 407 a Comana, nel Ponto, durante un ulteriore viaggio di trasferimento.

Giovanni si adoperò nell’intento di moralizzare il clero di Costantinopoli colpito dalle critiche per il lusso e lo stile di vita. I suoi sforzi urtarono contro una forte resistenza e quindi furono limitati. Era un eccellente predicatore e come teologo ebbe notevole stima nella cristianità orientale. Contrariamente al costume diffuso dell’epoca, di parlare per allegorie, adottò uno stile diretto utilizzando i passi biblici come lezioni e ammaestramento nella vita di tutti i giorni.

La produzione scritta di Giovanni Crisostomo è copiosa: comprende alcuni trattati come “Contro coloro che si oppongono alla vita monastica”, “Sul sacerdozio”, “Istruzioni per i catecumeni”. Fra le omelie esegetiche 67 sono dedicate alla Genesi, 49 ai Salmi, 90 al Vangelo di Matteo, 88 al Vangelo di Giovanni e 55 agli Atti degli Apostoli. Fra i discorsi non esegetici vi sono cinque omelie “Sull’incomprensibilità della natura divina”, otto “Contro i giudei”, ventuno “Omelie per le statue” e 236 lettere.

Aniano di Celeda. Diacono (inizio V sec.), sostenitore di Pelagio con scritti polemici contro S. Girolamo e nel sinodo di Diospoli. E’ probabilmente l’autore della traduzione latina di varie omelie di Giovanni Crisostomo composte tra il 415-418 precedute da lettere dedicatorie. Forse aiutò Pelagio nel redigere i suoi scritti, che presentano affinità stilistiche con quelli di Aniano.

n. 3 Georgius_TrapezuntiusGiorgio di Trebisonda, detto il Trapezunzio (1395 – 1472/1473), filosofo e umanista, giocò un ruolo importante nella diffusione della lingua greca in Italia e nella traduzione diretta dei classici greci. In filosofia contribuì in modo incisivo al dibattito tra platonismo e aristotelismo. Brillante, colto oratore, ma di carattere collerico, ebbe una vita travagliata. Volle essere detto da Trebisonda, sebbene cretese. Venuto giovanissimo in Italia, studiò latino presso Guarino Veronese e Vittorino da Feltre. Iniziò a dare lezioni private di greco e filosofia, divenne poi maestro pubblico e, quando si trasferì a Roma nel 1430, aprì una scuola d’eloquenza. Il successo delle sue lezioni fu tale che accorrevano da tutta Europa per parteciparvi. Nel 1443 fu nominato segretario apostolico, poi si trasferì a Costantinopoli, dove rimase fino al 1452. Tornato a Roma fu incaricato dal papa Niccolò V di tradurre vari classici greci assieme ai migliori umanisti del tempo, tra cui Poggio Bracciolini. A seguito delle critiche del cardinale Bessarione alla sua traduzione delle Leggi di Platone e ad alcune osservazioni fatte da Bracciolini, Trapezunzio passò alle mani con quest’ultimo. Scoppiò una rissa e il papa lo fece incarcerare e lo allontanò da Roma. Giorgio fu accolto a Napoli, alla corte di Alfonso V d’Aragona dove, per vendetta, screditò i lavori di Poggio ed entrò in conflitto con lui anche per questioni economiche.

Nonostante tutto, nel 1455, papa Niccolò V lo riabilitò, facendolo tornare alla cancelleria vaticana. Negli anni successivi fu imprigionato nuovamente per rissa e molestie ad una ragazza. In seguito abbandonò l’Italia alla volta di Costantinopoli con la speranza di mettersi al servizio del sultano ottomano, ma non ci riuscì. Eletto papa Paolo II, che era stato suo allievo, Trapezunzio rientrò a Roma nel 1466, credendo di ricevere grandi onori; invece il papa lo fece di nuovo arrestare, perché vicino agli abbreviatori, che avevano congiurato contro di lui. Dopo quattro mesi di carcere fu graziato in virtù dell’età avanzata. Giorgio di Trebisonda morì tra il 1472 ed il 1473.

Scrisse diverse opere in greco e in latino tra cui la più nota è Comparationes Philosophorum Platonis et Aristotelis, Venezia, 1523 e numerose traduzioni di opere di Padri della chiesa come Eusebio, Giovanni Crisotomo, Cirillo d’Alessandria, Gregorio Nisseno e Basilio Magno. Largo successo conseguì con una Rethorica (1434) e buona una grammatica latina (1471).

 

CRISOSTORMOL’editio princeps di Nonaginta homiliae in Mattheum fu realizzata a Strasburgo da John Mantelin, c.1466. A Parigi diversi editori pubblicarono nel 1545 queste omelie del Crisostomo: infatti nello stesso anno il libro viene edito da Oudin Petit, Vivant Gaultherot, Ambroise Girault, Jean Roigny e stampato per tutti da Benoît Prevost. Tutte le edizioni hanno lo stesso numero di pagine e impronta tipografica.

La nostra edizione non presenta marca sul frontespizio, ma solo l’insegna dell’editore Sub signo hominis siluestris, via ad Diuum Iacobum che secondo alcuni repertori è Regnault Chaudière. Le notizie sul tipografo sono presenti nel colophon. E’ presente l’Index verborum et sententiarum insignum. Segue un prologo sulla traduzione di Aniano delle prime otto omelie, mentre dalla IX inizia la traduzione di Giorgio di Trebisonda. In tutto sono 80 omelie. Iniziali arabescate fitomorfe, iniziali figurate e criblè. Errore carta 414 omelia LXXVII invece di LXXIX.

 

n. 4 colophonPrevost, Benoît

Stampatore e libraio, fratello di Fleury Prevost, la sua data di nascita non è conosciuta. Successe a Stephen Caveiller di cui sposò la vedova, Margherita Doublet. Lavorò spesso in associazione con il figliastro Jean Caveiller, Muore prima ottobre 1562. Un’altra forma del nome è Benedictus Prevotius. Motto: mortis Imperium e curriculum (lo stesso in greco) e Solem praecurro sequorque

 

n. 9 manina CAGE023272_0380Legatura in pergamena rigida, tassello in pelle con titolo e autore incisi in oro. Macchia sul frontespizio e margine della pagina consumato. Annotazioni marginali e sottolineature. Carte in buono stato di conservazione, fatta eccezione delle ultime che presentano leggere macchie di umidità.

Collocazione XVI 54

Inventario ANT 17199

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